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La vestibilità è fondamentale per ogni abito e quindi per ogni modello sartoriale. È un aspetto che va curato con la massima attenzione per evitare che l’abito sia troppo stretto, limitando così i movimenti di chi lo indosserà, o che sia troppo largo rovinandone la silhouette. Cerchiamo di capire insieme che cos’è la vestibilità e perché è importante che una sarta ne conosca perfettamente ogni aspetto.
La vestibilità è un’aspetto fondamentale quando si lavora su di un modello sartoriale che diventerà poi un abito. Prova ad immaginare di indossare una camicia troppo stretta e provare a muovere le braccia, sarà davvero molto scomoda e probabilmente fastidiosa sul busto, sulle spalle o all’altezza dei gomiti. Questo è un esempio pratico di come si può creare un indumento con poca vestibilità. Un qualcosa che devi imparare assolutamente ad evitare se vuoi diventare una sarta professionista.
Cos’è la vestibilità?

Vestibilità
/ve·sti·bi·li·tà/
sostantivo femminile
- Attitudine di un indumento ad attagliarsi alla persona.
Se un abito venisse cucito basandosi sulle misure esatte del corpo il risultato finale sarebbe così attillato che sedersi, camminare e addirittura anche solo muoversi sarebbe quasi impossibile. Quello che permette ad una persona di indossare un abito senza sembrare una statua, è la vestibilità, ovvero la differenza tra le misure del corpo e le misure finali del capo.
Le misure dei singoli capi sono ragionate, non sono di certo improvvisate. La vestibilità non è, infatti, un valore casuale, ma deve essere ben ragionato dalla sarta modellista, basandosi su due aspetti ben differenti fra loro: la linea del capo ed il grado di aderenza del capo. Insomma, dobbiamo capire come fare a far cadere bene un abito.
Linea del capo
La forma e lo stile di un capo di abbigliamento sono due elementi fondamentali per calcolare la vestibilità. Una brava sarta, infatti, sa benissimo che esistono diverse linee e gradi di abbigliamento che, combinati fra loro, restituiscono il giusto valore di vestibilità. Ad esempio, se si parla di linea del capo si deve tenere in considerazione che esistono:
- linea semplice (o dritta);
- linea morbida (che segue la linea del corpo);
- linea fasciante (che aderisce al corpo).
Grado di aderenza del capo
Un altro fattore da tenere in considerazione è sicuramente il grado di aderenza del capo o detti anche gradi d’abbigliamento, ovvero:
- a contatto diretto con la pelle (grado zero) come l’intimo ed i costumi da bagno
- gli abiti che vengono indossati al di sopra della biancheria (grado uno)
- i capi di secondo grado ovvero quelli indossati sopra quelli del primo grado (come giacche, scamiciate, gilet)
- terzo e quarto grado riguardano, invece, mantelle e cappotti.
Alle misure del corpo nelle 3 porzioni principali (busto, girovita e fianchi) bisogna aggiungere quelle che permetteranno di muoversi facilmente e senza limitazioni. A queste vanno unite quelle necessarie a cambiare la silhouette o l’aspetto generale del capo. Ovvero quello che fa la differenza tra una gonna a palloncino ed una svasata.
Da non dimenticare inoltre l’incidenza sulla vestibilità di un capo dello spessore del tessuto. È, infatti, una componente fondamentale: la sua consistenza e la sua grammatura fanno davvero la differenza.
Vestibilità negativa e positiva
Quando un capo ha delle misure finali maggiori di quelle del corpo si parla di vestibilità positiva. Quando però viene usata una stoffa elasticizzata si parla di vestibilità negativa. Questo perché la stoffa avvolgerà il corpo ed avrà quindi dimensioni minori rispetto ad esso. Un esempio pratico sono i costumi da bagno ed i leggins.
La scelta della stoffa è legata a doppio filo al valore di vestibilità di un capo. Non è raro che una maglietta o un vestito di maglina vestano bene anche se più piccoli di altri indumenti della stessa taglia, questo perché la stoffa si adatta alle forme del corpo. Un capo cucito con un tessuto più rigido per essere altrettanto aderente ha bisogno di orli, cerniere etc..