Ripercorriamo insieme la storia del marchio Gucci, famoso in tutto il mondo e simbolo del fashion e della moda Made in Italy.
Ci sono storie che sulla stessa pelle nascono e lì restano impresse, come un tatuaggio, indelebile segno di un racconto unico e indimenticabile.
La
storia della maison Gucci è una di queste, perché straordinaria come le tante creazioni che ne hanno sancito il successo ed il prestigio internazionale, perché sulla pelle sono nate e hanno preso forma.
Il nome Gucci è sinonimo stesso di moda, eleganza, di uno stile italiano che negli anni ha saputo conquistare il mondo. Creatività e alta artigianalità, una convivenza che da sempre caratterizza ogni creazione, un valore assoluto che è diventato segno distintivo del marchio.
Dalla Toscana alle passerelle di tutto il mondo
La storia di
Gucci inizia nel cuore della Toscana, a Firenze, nel 1921 per merito del capostipite della famiglia,
Guccio Gucci, noto artigiano pellettiere. Bastano pochi anni per attrarre l’attenzione e l’ammirazione della clientela più sofisticata e prestigiosa, innamorata della ricercatezza e del tocco unico degli accessori
Gucci.
I primi successi sono stimolo ad un incessante sviluppo che porta la maison all’apertura di
boutique in diverse città italiane ed internazionali. Sono datate 1938 le aperture dei celebri negozi in via Condotti a Roma e a New York. Lo sbarco in America è un passo chiave per il marchio, capace ben presto di conquistare il pubblico statunitense e innalzare se stesso e l’Italia ad esempio di stile ed eleganza assoluta.
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Anni ’60: la consacrazione del marchio
A Guccio succedono i figli Aldo, Ugo, Rodolfo e Vasco che dirigeranno l’azienda in uno dei suoi periodi più luminosi. Gli anni ’60 diventano così quelli della
consacrazione del marchio, ormai scelta obbligata per i più importanti personaggi pubblici internazionali. Non c’è evento mondano che non veda una creazione
Gucci presente.
Come non ricordare la
borsa “Jackie O”, da
Jackie Kennedy Onassis (ribattezzata così in suo onore), la
“Hobo Bag” adorata da
Liz Taylor e
Samuel Beckett o il celebre
foulard Flora, creato per la
Principessa Grace Kelly. Ma non finisce qui.
Maria Callas, Peter Sellers, l’icona Audrey Hepburn: sono numerosi le personalità che non rinunciano ad un tocco dello
stile Gucci.
In questo periodo
nasce il monogramma con la doppia G, a rappesentare le iniziali del fondatore, tutt’oggi segno distintivo del brand ormai entrato nell’immaginario collettivo. Un ponte tra vecchio e nuovo, capace di ricordare le radici da cui
Gucci è nata e prende ancora oggi stimolo.
Il successo mainstream con Tom Ford
Un marchio che si è dimostrato più forte delle difficoltà, sopravvivendo a crisi e periodi molto bui, periodi di cadute e riprese che non hanno però intaccato quel fascino senza tempo. Artefice dell’ultimo decisivo rilancio lo
stilista statunitense Tom Ford, capace non solo di riportare
Gucci ai vecchi fasti, ma di farne un vero must nel mondo del
fashion, accompagnando l’azienda nell’odierno
mondo della moda, quello globale, totalizzante.
mainstream.
Un successo assoluto che ha avuto il merito di
restituire a Gucci quel ruolo di riferimento, esempio da invidiare ed imitare. A
Tom Ford succederà poi
la stilista Frida Giannini a cui in questi ultimi anni è toccato il difficile compito di gestire il consenso e soprattutto di condurre nel nuovo secolo lo
stile della doppia G.
Perché quella di Gucci non è una storia, è il racconto di un secolo di stile, l’evoluzione di un settore. Un racconto che come la vita è costellato di luci e ombre, di cadute e di un successo probabilmente inspiegabile con le sole parole. Ma come dicevamo è una questione di pelle, quella stessa che ci fa sentire ancora l’emozione d’indossare un capo
Gucci.
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