Table of Contents
Cos’è la fotografia concettuale
La fotografia concettuale è una fotografia che trasmette un concetto.
Sembra ovvio? Non lo è.
Non è necessariamente una “bella foto”. Deve essere capace di comunicare chiaramente un’idea, una situazione.
Esempi classici di fotografia concettuale
scattata a Iwo Jima il 23 febbraio 1945 da Joe Rosenthal, un fotografo di Associated Press, in cui i soldati americani alzano la loro bandiera su una montagna di macerie.
In questi casi è evidente che la statua caduta “simboleggia” il crollo di un regime e che i soldati americani hanno vinto. E quando i media le pubblicarono, furono sufficienti, da sole, a far capire cosa era successo.
Sono foto che parlano senza bisogno di parole che le spieghino.
Le capiscono tutti, non bisogna tradurle in italiano, in inglese o in arabo.
E sfruttano tutta la forza comunicativa dell’immagine, colpiscono contemporaneamente la nostra sfera razionale e quella emotiva.
In pratica ci danno un’informazione “calda”, associata ad una emozione. Il testo, invece, è “freddo”.
Pugni nello stomaco
La differenza tra un testo, anche scritto magistralmente, e la fotografia concettuale, emerge chiaramente in un’altra immagine di notevolissimo impatto comunicativo (alcuni l’hanno addirittura criticata per l’eccessiva durezza dell’immagine): è l’agghiacciante scatto di Kevin Carter che documenta la carestia del Sudan nel 1993.
Un avvoltoio attende la fine di un bambino in agonia.
L’immagine è visibile a questi link: https://bit.ly/2TbM06E
Molte foto concettuali sono quindi scatti di reportage che riescono a cogliere un attimo molto rappresentativo.
Purtroppo in alcuni casi si è poi scoperto che anche le foto di reportage erano frutto di una certa “costruzione” artificiale.
È quindi in gioco la bravura del fotografo, la sua capacità di fare scatti eloquenti, come spesso faceva il maestro Cartier Bresson, che non si preoccupava certo di fare “foto concettuali” ma che riusciva a trasmettere in ogni scatto molto di più di un semplice racconto per immagini.
La nuova frontiera
In altri casi invece si tratta di fotografie costruite ad hoc, (in studio o anche in location esterne) con il preciso intento di comunicare un’idea.
Se per esempio noi prendiamo un signore in giacca e cravatta, con la sua valigetta 24 ore e, con un fotomontaggio o uno scatto costruito lo mettiamo trionfante in cima a una montagna altissima, è evidente che vogliamo comunicare che un uomo d’affari è arrivato al top del successo.
Se fotografiamo una mazzetta di banconote sporche di sangue, è chiaro che vogliamo trasmettere un legame tra i soldi e il crimine.
Stiamo operando proprio nel cuore dell’immagine concettuale, un modo molto efficace di comunicare.
Non dimentichiamoci inoltre che la fotografia abbinata alla grafica digitale possono ulteriormente aiutarci a creare immagini concettuali.
Tre esempi da noi forniti:
Taglio soldi
Bomba povertà
Sigarette killer
Quando il concetto fa scalpore
La foto concettuale in molti casi è la grande protagonista delle campagne pubblicitarie e sulle copertine dei giornali.
Un esempio passato alla storia è la famosa copertina del magazine tedesco Der Spiegel del 1997 che trasmetteva un concetto dell’Italia non proprio lusinghiero.
Ma in altri casi il concept trasmesso può essere positivo, e vuole coinvolgere i nostro lati migliori.
È questo il caso della pubblicità di AreaDomani, dove un bimbo sognatore è stato scelto come testimonial per rappresentare l’entusiasmo, la capacità di sognare e la voglia di raggiungere sempre nuovi obiettivi.
Dove nasce
Tendenzialmente si tende a far coincidere le origini della fotografia concettuale con la nascita del termine “arte concettuale”, coniato dall’artista Joseph Kosuth alla metà degli anni sessanta per promuovere un’idea di arte che non persegue il piacere estetico ma aspira a comunicare pensieri e concetti.
Se l’attribuzione del termine è corretta, dobbiamo però dire che l’uso concettuale di immagini a scopo giornalistico e pubblicitario è assai antecedente (vedi la già citata immagine di Ivo Jima).
Se poi ne vogliamo cercare precursori artistici dobbiamo per forza citare l’opera artistica di Man Ray di cui, come esempio, riportiamo “Le violon d’Ingres” del 1924.
A proposito di immagini storiche, non è forse concettuale la foto scattata nel 1951 da Arthur Sasse al Albert Einstein che fa una linguaccia?
Vuoi imparare a scattare foto e finalmente esprimere la tua idea, il tuo concetto e il tuo stile? Iscriviti al nostro Master di fotografia!