La fotografia digitale (dagli smartphone fino alle reflex professionali) ha permesso a tutti di scattare in assoluta libertà un gran numero di immagini. Ha permesso inoltre di far viaggiare queste immagini in tempo reale e farle arrivare a New York o a Tokio pochi istanti dopo che sono state scattate a Genova.Non c’è dubbio. La fotografia digitale rende tutto più semplice e veloce. Allora, come mai la fotografia analogica sta risvegliandosi dal suo letargo e sta suscitando un nuovo interesse?
Nella fotografia analogica c’è qualche cosa di eroico, che ripercorre le orme dei pionieri. Se hai scelto di leggere questo articolo o se stai già fotografando in analogico, probabilmente ti interessano gli aspetti storici, i risultati formali che si possono ottenere… e forse ti interessa anche rivivere un’epoca “gloriosa” in cui la fotografia analogica era il massimo dell’hi-tech, il mezzo più moderno e formidabile per riprodurre la realtà e mostrarla alla gente.
Lo sosteniamo da tempo, ed ora è successo: la fotografia analogica è tornata alla ribalta. Alcuni professionisti ed anche alcuni amatori hanno cominciato a riconsiderare l’analogico come un potente strumento alternativo alla foto digitale. Vediamo di capire perché.
Se stai cercando un articolo che metta a confronto i due sistemi, analogico e digitale, puoi leggere il nostro articolo Fotografia analogica o digitale?
Se invece vuoi trovare delle buone ragioni per scattare foto in analogico, qui troverai alcuni spunti utili per percorrere questa strada.
Fotografia analogica: storia, tradizione e… futuro!
Si sceglie l’analogico così come si sceglie di farsi da mangiare in casa un piatto prelibato invece di andare al ristorante. E’ il metodo tradizionale e più antico per scattare fotografie, e richiede passione e un po’ di lavoro “manuale” svolto con attenzione, perché un errore può significare la perdita dell’immagine. Forse anche questo aspetto di unicità e di preziosità contribuiscono a creare il fascino dell’analogico. E non è un caso che oggi molti degli effetti e le app del digitale mirino ad ottenere un effetto analogico. Tutti i vari trattamenti “vintage” “fashion blur” “grana”, non fanno altro che simulare il fascino dell’analogico. Quindi, perché non provare davvero questa strada? Molti giovani (il pubblico più curioso e intraprendente) stanno già cimentandosi con rullini e acidi per lo sviluppo. Ed anche il mondo professionale sembra voler riscoprire l’analogico come valore aggiunto, che aggiunge fascino e unicità alla fotografia. Come sempre, il mercato risponde prontamente alle richieste del pubblico. Aziende come Nikon, Vivitar, Fuji, Olympus e Leica hanno nei loro cataloghi alcuni modelli interessanti. Tra i più segnalati, la Vivitar V3800 con attacco Pentax K, la Nikon FM-10, la Leica MP. Esistono poi camere più professionali per pellicole di formati più grandi.Fotografia analogica? Una pratica artigianale, come il buon vino
Sistemi moderni e sistemi tradizionali non sono necessariamente in conflitto. La fotografia analogica è come il buon vino, che (senza disprezzare i sistemi tecnologici) sceglie “per amore” di pigiare l’uva con i piedi. Saper realizzare una foto analogica dalla fase di ripresa fino alla stampa della fotografia è un’abilità che sta a metà strada tra l’arte e la tecnica. Hai a disposizione pochi scatti, quindi non puoi “sprecare” le immagini. Devi pensare, progettare il tuo scatto e pensare che non sei più del mondo dell’usa e getta (faccio trenta scatti e poi scelgo il migliore). Qua sei nel mondo prezioso dove devi scegliere con cura ogni singola inquadratura. Come saprai, nel procedimento di ripresa analogica l’immagine viene registrata su una pellicola trattata con una emulsione fotosensibile (negativo). La luce “impressiona” il negativo che cattura l’immagine con valori tonali invertiti rispetto al soggetto inquadrato (nel negativo c’è una piccola immagine “analoga” al soggetto fotografato). Successivamente, il negativo deve essere estratto dalla macchina senza essere esposto alla luce, e deve essere “sviluppato”, cioè inserito in un apposito contenitore (tank) e poi trattato con due diverse sostanze: il primo passaggio realizza lo “sviluppo” vero e proprio, la seconda fase (fissaggio), stabilizza le emulsioni sulla pellicola. Anche in questa fase sono necessarie tante accortezze: la temperatura delle soluzioni, i tempi di permanenza del negativo nel tank, la pulizia e l’organizzazione e la programmazione delle azioni da svolgere. Se poi vuoi arrivare all’ambito risultato finale e diventare veramente padrone di tutto il processo di riproduzione, devi procedere alla fase di stampa. Il negativo sviluppato va portato nella camera oscura (l’unica luce consentita è quella rossa), inserito in un piccolo telaio e proiettato sulla carta fotografica attraverso un ingranditore. Anche in questo caso tempi di esposizione e quantità di luce sono determinanti per ottenere risultati di alta qualità.Perché usare la fotografia analogica
La fotografia analogica ha raggiunto livelli qualitativi elevatissimi. Basta guardare le foto di alcuni Maestri del secolo scorso (Ansel Adams, Henry Cartier Bresson, Dorothea Lange, George Hurrell, Vivian Maier, Gianni Berengo Gardin) per rendersi immediatamente conto delle potenzialità sia tecniche che narrative della foto analogica, e in particolare del bianco e nero. Quindi se scegli la fotografia analogica puoi “vantarti” di alcuni aspetti:- Stai praticando un’attività di grandi tradizioni e stai contribuendo alla sopravvivenza di una metodologia storica che ha rivoluzionato il mondo.
- Stai sviluppando talenti “analogici”: impari a valutare prima di scattare, a progettare la tua foto e a pensare alle conseguenze delle tue scelte.
- Stai sviluppando particolari capacità tecniche e col tempo vedrai che crescerà anche la tua sensibilità alla luce e ai rapporti tonali (in pratica imparerai a capire quando ci sono le condizioni per fare una bella foto)
- Vivi un’esperienza emozionante durante la ripresa, ma soprattutto nelle fasi di sviluppo e stampa, in cui “crei” dal nulla le tue fotografie”
- Stai praticando una tecnica artistica a tutti gli effetti. La tipologia delle immagini prodotte in analogico per molti esperti è più interessante e visivamente più soddisfacente: l’immagine ha toni e contorni temperati. La “pasta visiva” è morbida, forse non è sempre facile ottenere la nitidezza, ma la scala dei toni contribuisce ad una particolare qualità dell’immagine.