Davide Marcesini, docente del corso di fotografia per AreaDomani, ci racconta come rompere le regole per ottenere lo scatto perfetto. Scopri come fare una fotografia di paesaggio in un modo… diverso!
Hai mai provato un po’ di delusione dopo aver fotografato un posto bellissimo? Rientri a casa, scarichi le foto e… non tutto è come ti aspettavi! Eppure hai seguito esattamente quello che ti hanno insegnato, hai fatto tutto come hai letto nell’ultimo tutorial. Il nostro docente
Davide Marchesini spiega come ottenere la foto… imperfetta!
Quali sono i “pilastri” che hai imparato sulla fotografia di paesaggio? Quali sono le caratteristiche che ti faranno sicuramente ottenere soddisfazione dalle tue immagini?
- nitidezza
- profondità di campo totale (tutto deve essere a fuoco)
- orizzonte diritto
- composizione secondo la regola dei terzi
- colori saturi e contrastati.
Applica un flusso di lavoro che soddisfi ogni requisito di questa lista e le tue foto risulteranno certamente corrette. Ma questo potrebbe non bastare: c’è il rischio che le tue fotografie di paesaggio diventino semplicemente identiche a tante altre!
Se vuoi trovare la tua strada devi studiare ed esercitarti fintanto che non avrai “digerito” le regole, per poi cominciare a fare di testa tua!
Nitidezza: iso bassi e cavalletto
Cominciamo dalla
nitidezza: la regola dice di usare
ISO bassi in accoppiata al
treppiede per evitare il mosso causato da tempi di scatto troppo lenti e il fastidioso rumore digitale dovuto all’uso di
ISO troppo elevati.
In questo caso, però, pur sapendo che avrei ottenuto una foto mossa, ho valutato comunque che l’immagine avrebbe reso bene la situazione crepuscolare. Anzi, il mosso contribuisce a rafforzare la sensazione di solitudine ed insicurezza del momento.
Diaframma chiuso e ampia profondità di campo
Se parliamo di profondità di campo, è sempre importante usare diaframmi medi per la massima nitidezza (generalmente f/8 è il valore di massima resa per un obiettivo su full-frame, f/5.6 su sensori di formati più piccoli). Chiudendo ulteriormente subentra il fenomeno della diffrazione con conseguente leggero calo di qualità.
A volte capita, però, di voler
selezionare i piani di messa fuoco per guidare l’attenzione dell’osservatore verso un elemento inquadrato o, al contrario, di cercare di “alleggerire” elementi che potrebbero disturbare il soggetto principale. Provaci: il risultato potrebbe sorprenderti!
Tieni diritto l’orizzonte!
Un altro caposaldo della fotografia di paesaggio è la necessità di tenere assolutamente diritto l’orizzonte. È una qualità delle immagini alla quale tengo in modo quasi patologico. Eppure anche qui è possibile rischiare.
Sono convinto che la sperimentazione arricchisca il tuo bagaglio visivo e ti consiglio comunque di osare. È possibile che in seguito deciderai di tornare sui tuoi passi per seguire comportamenti più “canonici”, ma a quel punto sarà una scelta ben ponderata e non un’applicazione automatica di regole altrui!
La regola dei terzi per la composizione perfetta
Quando si parla di regola dei terzi, si intende che bisognerrebbe suddividere idealmente l’inquadratura in una griglia costituita da due linee orizzontali e due verticali che creano quindi nove quadranti identici. I punti definiti dall’incrocio delle linee sono quelli dove, nella fotografia di paesaggio, è consigliato porre gli elementi principali della scena: serve insomma a creare una composizione molto dinamica e piacevole. Ma cosa succede se voglio invece raccontare una situazione statica e meditativa?
L’atmosfera di questa immagine è proprio quella che respiravo in quel momento e che mi assale ogni volta che arrivo su questo sentiero e guardo all’orizzonte. Se avessi deciso per una composizione più canonica il risultato sarebbe stato sicuramente meno forte.
Il colore che colpisce: bilanciamento del bianco, saturazione e contrasto
Tutto blu, quasi assenti gli altri colori -al limite del monocromatico- saturazione bassissima (solitamente si tende ad aumentarla per ottenere colori più accattivanti), contrasto moderato. Ho abbassato “luci” e “bianchi” per contenere la sovraesposizione della luna e non ho neppure applicato “chiarezza”: insomma non c’è una cosa che corrisponda ai dettami classici per ottenere un paesaggio che colpisca. nonostante questo, anzi direi proprio per questo, l’immagine funziona.
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Un esercizio per abituarti a rompere le regole
C’è un esercizio che posso consigliarti per aiutarti a migliore la tua tecnica.
Fotografa più spesso che puoi, per due settimane, possibilmente tutti i giorni. Concentrati esclusivamente sull’acquisizione della tecnica e delle regole.
Questa pratica continua ti preparerà alla seconda parte dell’esercizio: fa’ buon uso degli stimoli acquisiti per cominciare, da questo momento, a rovesciare le regole e a trovare la tua personale visione fotografica. Nelle successive due settimane, cerca di fotografare gli stessi luoghi delle due settimane precedenti. Ogni sera confronta le nuove immagini con quelle realizzate precedentemente negli stessi posti. Scoprirai nuovi stimoli, linguaggi diversi, e le tue potenzialità si amplificheranno molto.
Se invece vuoi fare di più, potresti prendere in considerazione l’idea di iscriverti corso di fotografia per diventare fotografo professionista ed imparare che la parte migliore dell’apprendere le regole è poterle rompere come si deve.